L’Italia non è a rischio demotorizzazione
L’Italia non è a rischio demotorizzazione
30/07/2013 i Nonostante tra il 2008 e il 2012 ci sia stata una contrazione delle immatricolazioni, nello
stesso quianquenno il parco circolante è aumentato dei 2,73%, A rilevarlo è uno studio
dell’Osservatorio Autopromotec su datìACI
L’Italia sta andando verso la demotorizzazione? La risposta è no, e lo studio condotto dall’Osservatorio
Autopromotec su dati AGI lo conferma. Nonostante tra il 2008 e il 2012 si sia registrata una contrazione
nello stesso quinquennio -è Invece aumentato dei 2,73%.986.612 autovetture).
Non si può quindi affermare che la grande crisi iniziata nei 2008 abbia determinato un processo dì demotorizzazione nel nostro Paese.
Tra l’altro nel quinquennio 2008-2012 la crescita del parco circolante in Italia ha interessato tutte le regioni, nessuna esclusa, con tassi generalmente più alti al sud, piuttosto che al nord e al centro, data la necessità di colmare il persistente ritardo delle regioni meridionali.
Va comunque segnalato che se si confronta il parco circolante del 2012 con quello del 2011 si nota una
leggerissima contrazione dello 0,09% corrispondente ad una diminuzione di 34.818 autovetture. Si può
ipotizzare che la demotorizzazione, evitata nei primi quattro anni di crisi, sia iniziata nel quinto?
Secondo l’Osservatorio Autopromotec, non vi sono ragioni per ritenere che sia così. La causa del
piccolissimo calo del circolante è collegata infatti alla gravità della crisi economica che ha determinato
una forte contrazione della mobilità ed ha anche emarginato dal processo produttivo un alto numero di
persone, una parte delle quali è stata costretta a rottamare la propria auto senza sostituirla, non tanto
per disaffezione dall’automobile ma per mancanza di risorse per pagare bollo, assicurazione e le altre
spese.